Oltre un trentennio di attività clinica ha radicato in me la convinzione che la professione medica può trasformarsi in arte del curare e del guarire unicamente aderendo alla visione olistica e superando il postulato cartesiano della res extensa, la misinterpretazione cristiana della sofferenza, ladesione all'ortodossia psicanalitica. Ciò non nega il valore del progresso scientifico, né abiura lespressione della fede o il pregio della riscoperta del profondo. Tuttavia urge riconciliare mente e corpo, psiche e soma, traslandoli su uno sfondo meno dottrinale e più immaginale: comprendere il risvolto simbolico della patologia è il primum movens per superarla. Per questo stabilisco da subito con i miei pazienti una sorta di contratto morale aiuto in cambio di aiuto. La malattia rende onesti poiché, come espressione di un disagio dellanima (Psiche), non accetta compromessi, sotterfugi o deleghe. Il potere della malattia è inversamente proporzionale alla sua accettazione. Sotto il profilo diagnostico trovo che lintuizione del medico old style possa e debba essere corroborata dall'apporto delle biotecnologie di cui oggi disponiamo. Perciò nella mia prassi affianco lanamnesi omeopatica tradizionale a test di biorisonanza, iridoscopia, valutazione di allergie ed intolleranze alimentari, monitoraggio della biodisponibilità ai nutrienti essenziali, cui accompagno un colloquio ad impronta psicosomatica. Sul piano terapeutico mi valgo essenzialmente dellomeopatia di risonanza e dellomotossicologia in chiave PNEI. In una parola adotto la medicina integrata. Prenota la tua visita